Sunday 18 August 2013

Recensione di Karl Marx 2013 su Il manifesto di Marco Gatto

fonte: http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130810/manip2pg/11/manip2pz/344324/







RIVISTE · L'ULTIMO NUMERO DEL PONTE DEDICATO ALLA RIPRESA DEGLI STUDI MARXIANI NEL MONDO
Una geografia cangiante per il filosofo di Treviri



TAGLIO BASSO - MARCO GATTO



Da Pechino a Parigi, da Brasilia a Mosca. Una raccolta di saggi sul rinnovato interesse per Marx


«Il Ponte», una delle poche riviste militanti ancora esistenti nel nostro paese, ha dato alle stampe un numero speciale dedicato all'attualità di Marx, curato da Roberto Fineschi, Tommaso Redolfi Riva e Giovanni Sgro'. Karl Marx 2013 - questo il titolo della raccolta (Il Ponte editore, pp. 288, euro 20) - si segnala come uno strumento importantissimo per comprendere l'odierna ricezione del pensiero marxiano. Il volume restituisce una mappa orientativa del marxismo globale, ripartita per aree geografiche, alcune di queste sconosciute a gran parte del dibattito italiano: possiamo leggervi, a titolo d'esempio, una sintesi dello stato degli studi marxiani in Russia (a firma di Alekcandr V. Buzgalin e Andrei I. Kolganov), una ricognizione interessante delle posizioni in campo nel marxismo accademico in Cina e del loro rapporto con la politica governativa (redatta da Hu Daping), un resoconto della riflessione su Marx prodotta in Brasile (secondo l'ottica di Joao Quartim Moraes). Non mancano le ricostruzioni del marxismo occidentale, con analisi relative alla situazione del marxismo in Giappone, Francia, Germania, Inghilterra e Italia, scritte da Sergio Cámara Izquierdo e Abelardo Mariña Flres, Guglielmo Carchedi, Frank Engster e Jan Hoff, Stéphane Haber, Reyuji Sasaki e Kohei Saito, oltre che dai tre curatori. Tutti gli scritti, come nota Fineschi nelle pagine introduttive, dimostrano un interesse vivo per l'opera di Marx, specie in un momento storico contrassegnato dalla crisi del capitalismo e dall'inasprirsi delle lotte sociali. Alcuni motivi della tradizione marxista sembrano aver ritrovato cittadinanza nel dibattito odierno. All'interesse specificamente culturale per Marx non sembra però, almeno per il momento, accompagnarsi «un uso più esplicitamente politico del suo pensiero». E, in effetti, rileggendo le diverse ricognizioni proposte dal volume, è facile constatare come i diversi marxismi in campo risentano - come è giusto che sia - della propria appartenenza nazionale, che ovviamente ha conformato, secondo limitati aspetti e interessi, il dibattito e la discussione. Così, pare evidente constatare che almeno nei paesi europei la riflessione resta in qualche modo bloccata sul doppio crinale, spesso non convergente, di una considerazione storicistica dell'esperienza teorica-politica di Marx e di un'analisi logico-categoriale dei concetti messi in campo dalla sua opera; oppure risulta ferma allo scontro tra un marxismo dialettico, dunque sensibile a una logica della continuità tra Hegel e Marx, e un marxismo di stampo postoperaista, legato in qualche modo alle esperienze filosofiche franco-italiane. Diverso, forse, il caso di paesi come la Cina, dove il perenne confronto con l'ortodossia ideologica del Partito si accompagna a una curiosità evidente per le sorti del marxismo occidentale più recente, che produce di certo curiose sinergie e letture inaspettate (la piega ontologico-esistenziale di certo marxismo cinese, ad esempio). E tutto ciò si colloca - nota ancora Fineschi - in un quadro storico che non può tener conto di una novità rilevante per gli studi marxiani: la pubblicazione della nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels, la cosiddetta seconda Mega , che ha, in alcuni casi, ribaltato molte delle acquisizioni consolidatesi in decenni di interpretazione e commento. Si pensi all' Ideologia tedesca - di cui, nel nostro poco informato paese, continuano a stamparsi edizioni «unitarie», anche di recente -, che «si è dimostrata non essere altro che una serie di articoli raccolti per un progetto di rivista poi mai realizzato e rimasti insieme, non una «opera». La disomogeneità geografica delle ricezioni di Marx nel mondo riflette ovviamente la crisi del marxismo come strumento politico. Se ne restituisce la vitalità nei termini di approfondimento filologico e scientifico, il volume segnala però quest'inefficienza sul piano della pratica. C'è da chiedersi dunque se, in tempi di diffusione radicale della testualità e della cultura in tutti gli ambiti della realtà - con evidente svalutazione dell'una e dell'altra -, anche Marx e il marxismo siano diventati beni culturali da far rivivere solo nelle pagine di un'accademia separata dal mondo. Esiste, forse, una deriva culturalista che rischia di rendere sterile il portato politico del marxismo, ed essa rappresenta una pericolosa forma d'integrazione nel sistema culturale del tardo capitalismo. È auspicabile, anche grazie ai nuovi strumenti bibliografici a nostra disposizione, che all'aggiornamento della teoria marxista si leghi un'autocoscienza critica della propria posizione e presenza nel mondo capitalistico: e ciò potr à essere possibile in un'ottica capace di tenere assieme le diverse realtà del marxismo, senza che queste si riducano a una sorta di corpo in frammenti incapace di ricostruire la sua originaria unità.

6 comments:

  1. Sarò poco sveglio, ma non ho trovato su internet nessun elenco chiaro dei testi della MEGA2 (quindi la nuova edizione degli scritti di Marx ed Engles) che sono stati tradotti in italiano. C'è questa informazione da qualche parte, per curiosità?

    No perché di questa MEGA2 si parla molto (convegni, studi, saggi articoli etc) ma i testi in Italia dove sarebbero??

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    1. Molto poco, quasi niente. Nella nuova edizione del I libro del Capitale, MEOC vol. XXXI, ci sono tutti i testi relativi al I libro. E' questo il testo che in assoluto tiene più conto della MEGA.
      Nell'81 apparve a cura di Calabi per Ed. Riuniti la parte che precede le teorie sul plusvalore (prima parte del manoscritto 1861-63).
      Nell'altro vol. recentemente apparso della MEOC vol. XXII ci sono scritti del periodo 1870-1871. Anche qui si tiene conto della MEGA.
      Alcune cose furono considerate a suo tempo nel vol. 1 sempre della MEOC, apparso nel 1980.
      Comunque, poca cosa. Di tutte le grandi novità relative al II e III libro del Capitale, ai Manoscritti del '44 e all'Ideologia tedesca, niente.
      Tutti questi testi vanno semplicemente rifatti... perché... non esistono... almeno nella forma tradizionale.

      Se conoscete persone di buona volontà disposte a lavorare e finanziare complessi e costosissimi progetti di traduzione come questi, fatecele conoscere che noi stiamo a disposizione.

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    2. PS. il testo a cura di Calabi è del 1980.

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    3. Capisco, adesso ho le idee più chiare. Grazie per le informazioni.

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    4. PPS. Mi sono colpevolmente scordato della traduzione di Vladimiro Giacchè di una parte del manoscritto per il terzo libro (1864/65). E' contenuta nel suo "Il capitalismo e la crisi", per DeriveApprodi pp. 109ss.

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