Tuesday 14 September 2010

Roberto Fineschi sulla MEGA (da Liberazione)

APPUNTI MARXIANI, QUEI MANOSCRITTI DIVENTATI PER CASO OPERE
di Roberto Fineschi (Liberazione, 02.03.2006)
Come cambieranno gli studi su Marx. Con l’uscita degli scritti completi, la cosiddetta Mega2, molte tra le opere considerate classiche saranno riportati alla dimensione originale di appunti, abbozzi e articoli


Alla nuova edizione storico-critica della Marx-Engels-Gesamtausgabe che raccoglie tutte le opere dei due autori tedeschi, è dedicata la prima sezione del libro Sulle tracce di un fantasma, intorno al quale si è appena concluso un dibattito dalle colonne di Liberazione. L’edizione rappresenta un’impresa la cui rilevanza non sarà mai abbastanza sottolineata ed il cui peso nel dibattito nazionale ed internazionale mi pare invece non ancora sufficiente (lo dimostra pure la scarsa attenzione rivolta ad un altro testo, esplicitamente dedicato all’argomento, apparso prima di quello in discussione: Mega2: Marx ritrovato, a cura di A. Mazzone, Roma, Mediaprint, 2002).

Con questo non intendo svalutare l’importanza e ed il giusto interesse suscitato da nuove interpretazioni o dalla riproposizione di altre più o meno vecchie; mi pare opportuno però sottoporre all’attenzione di un pubblico più vasto la novità sostanziale: lo stesso oggetto d’indagine “Marx” sta cambiando, in particolar modo in riferimento alla teoria del capitale (ma non solo). Quindi, anche per andare oltre Marx, se e dove necessario, bisogna prima coglierne effettivamente pregi e limiti, cosa possibile solo oggi, grazie alla pubblicazione - tuttora in corso - del suo lascito integrale.

La nuova edizione storico-critica è stata iniziata al tempo del “socialismo reale”, nel 1975, nell’ambito di un progetto internazionale con la collaborazione di enti occidentali, in particolare dell’Istituto per la storia sociale di Amsterdam, dove sono depositati la maggior parte dei manoscritti originali, e godeva quindi di un consenso super partes riconosciuto dopo il 1989 (a parte alcune questioni “ideologiche” che però non incidevano sulla sua qualità complessiva che è stata valutata come scientificamente appropriata anche dai “vincitori”). Attualmente la base operativa è l’Accademia della scienze di Berlino e del Brandeburgo, ma il progetto ha respiro internazionale con gruppi di lavoro che vanno dal Giappone alla Russia. E’ imponente: dopo il ridimensionamento sono previsti complessivamente 114 volumi (alcuni in più tomi), ciascuno con un volume di apparato.

Vorrei fare un paio d’esempi per rendere più tangibile come le cose siano cambiate e stiano cambiando. Alcune opere fondamentali su cui si è basata l’interpretazione tradizionale semplicemente non esistono nella forma e nella consistenza in cui le si è lette storicamente. I cosiddetti Manoscritti economico-filosofici del ’44 per esempio, apparsi dopo la morte dell’autore negli anni ’20 nella prima Marx-Engels-Gesamtausgabe, sembrano essere in realtà una serie di appunti il cui ordinamento, da sempre discusso e discutibile, pare, comunque lo si concepisca, insufficiente, in quanto il cosiddetto manoscritto risulta difficilmente distinguibile dai quaderni di appunti e citazioni redatti da Marx in contemporanea, coi quali costituisce un tutt’uno; questi sono pubblicati per la prima volta nella nuova Mega. La stessa Ideologia tedesca, la cui edizione critica si spera non troppo lontana nel tempo, si è dimostrata non essere altro che una serie di articoli raccolti per un progetto di rivista poi mai realizzato e rimasti insieme (include fra l’altro un testo di Hess), nient’affatto una “opera”.

Il Capitale e dintorni costituisce poi un fertile campo da arare. Come è noto, Engels ha curato l’edizione del II e del III libro dopo la morte di Marx; considerando lo stato di elaborazione dei manoscritti era inevitabile un suo intervento - non solo redazionale - per dare ad essi versione “compiuta” (senza con questo sostenere che abbia fatto necessariamente un pessimo lavoro, ma che sia intervenuto è un dato). Ora sono finalmente in corso di pubblicazione tutti i manoscritti originali su cui valutare effettivamente l’intervento del “secondo violino” e l’effettiva consistenza dell’opera marxiana. Sono apparsi anche tutti i materiali preparatori a partire dal 1857 in parte già editi ma in parte no (Marx ha riscritto per ben tre volte quasi tutto in tre ampi manoscritti negli 1857/58, 1861/63, 1863/65). L’idea ad esempio che le Teorie sul plusvalore possano essere considerate il IV libro del Capitale è stata definitivamente abbandonata. Un altro caso: la pubblicazione di tutte le edizioni curate in vita da Marx ed Engels del I libro del Capitale ha permesso di ricostruire gli ulteriori sviluppi della teoria della merce - non del fantomatico e famigerato “valore-lavoro” - anche dopo la stampa della prima edizione tedesca del 1867.

Sempre a titolo di esempio, la IV sezione dell’opera conterrà tutti i quaderni di appunti per lavori realizzati e non, un vero cantiere ed una miniera per i ricercatori. Pure di grande interesse, ed anch’esso in Italia in larga parte sconosciuto più che ignorato, è il dibattito fra i redattori della Mega che si è svolto parallelamente alla pubblicazione, soprattutto in Germania e Russia.

Questa monumentale edizione rappresenta il nuovo terreno con cui studi scritti e da scrivere dovranno fare i conti per legittimarsi scientificamente. E’ la vera sfida del futuro, un’occasione, credo, da non perdere.


Venerdì, 03 marzo 2006

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