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N. Merker, Karl Marx, vita e opere, Laterza 2010
Di solito le "psicografie" davano di Marx un quadro in negativo, utile spesso alla tesi che le teorie di un mostro di perversioni non potevano contenere nella di buono. [...]
Con altrettanta cura va evitata quella che per i logici è la fallacia del conseguente, chiamata dai logici antichi il post hoc ergo propter hoc [...]. C'è faccia del conseguente quando quel che in una serie cronologica di fenomeni è un mero antecedente, viene elevato a causa del fenomeno successivo. Dalla fine dell'Ottocento dappprima larghi settori del movimento operaio e sindacale, poi interi sistemi statuali, scrissero il nome di Marx sulle loro bandiere. la fallacia del conseguente consiste nel ritenere che Marx sia perciò la causa di ogni cosa in cui il suo nome si trovò implicato. Quest'abitudine di "falsa conseguenza" si trova sia in chi su quelle bandiere giurava, sia in chi le aborriva. [...]
"Psicografie" e "fallacia del conseguente" hanno in comune la cosiddetta metabasi in altro genere: ovvero, nel discorso, il passaggio, tacito e non dichiarato, da un genere di soggetto a un altro, diverso. Con una confusione cognitiva pari a quella che risulterebbe dall'addizionare patate ed elefanti senza dire che si tratta di oggetti diversi. è sempre uno scambio di contesti. Come le psicografie buttano il vissuto psichico-esistenziale in un unico calderone insieme all'elaborazione razionale delle teorie, così la fallacia del conseguente trasforma il "prima" cronologico in causa categoriale del "dopo". [...] (pp. 10 e ss.)
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