Tuesday, 5 August 2025

Antonio Rosmini sul Lago Maggiore


Le coincidenze sono assai curiose. 

In primavera visito Rovereto, dove è nato Antonio Rosmini, uno dei più importanti filosofi ottocenteschi in "Italia" (ovviamente l'Italia non esisteva). Non lo sapevo minimanente. In questi gironi in vacanza sul Lago Maggiore, a Stresa trovo il luogo in cui è morto e ha vissuto l'ultima parte della sua vita. Qui ha sede il più grande centro rosminiano che ne tramanda il lascito. E non sapevo nemmeno questo. 

Il noto sodalizio con Manzoni, nato a Milano nei salotti della casa del conte, proseguì tra Stresa e Lesa, nella villa del figliastro rampollo della casata Stampa, dove Manzoni visse continuativamente per un paio d'anni dopo i moti del '48 (per sfuggire alle attenzioni di Radetzky) e poi in vacanza per diversi anni fino alla prematura morte di Rosmini nel 1855.

Notoriamente i due molto parlarono e discussero prevalentemente di filosofia, lingua e morale. Rosmini è, insieme a Galluppi, uno dei pochi in "Italia" a conoscere i più recenti sviluppi della filosofia europea, in particolare di quella kantiana. 

Rosmini cerca di sviluppare una teologia cristiana non scolastica, non gesuitica (fonderà un ordine con le loro stesse intenzioni intellettuali che inevitabilmente si tirerà addosso attenzioni malevole), che tenga conto della rivoluzione copernicana di Kant.

Insieme a Manzoni, che pare fosse stato aggiornato su queste nuove tendenze, è insomma un teorico di un cristianesimo "moderno", che cerca di fare i conti con i progressi intellettuali del mondo post-illuministico, senza ovviamente rinunciare alla dogmatica e alla fede, ma tentando di riformularla in termini compatibili.

Alcuni suoi libri (critici contro la Chiesa politica e opulenta) saranno messi all'indice lui vivente (1848), le sue dottrine lui morto (sempre per interessamento dei gesuiti e degli oltranzisti neoscolastici). Ratzinger lo riabiliterà in parte, dicendo che non le sue idee stesse ma le conseguenze possibili che da esse si possono trarre sono da condannare (ma lui aveva lasciato l'operea incompiuta, quindi non lo si può ritenere responsabile delle deduzioni dei posteri).

Rosmini è comunque un moderato. La sua filosofia morale parte dai presupposti di libertà e proprietà, la sua teoria dello stato prevede elezioni ma che giudicano bene o male le classi superiori cui è preposta la guida della comunità. È favorevole alla Costituzione, ecc. Scrive, probabilmente tra i primi cattolici in Italia, un saggio critico contro il socialismo e il comunismo nel 1848. Insomma, un cattolico moderatamente progressista, come il suo sodale Manzoni.

Non il cattolicesimo ufficiale, ma il neoidealismo filosofico italiano vedrà in Rosmini un antesignano a partire da Bertrando Spaventa e la sua celebre tesi della circolarità del pensiero europeo, per passare quindi a Gentile che proprio su Rosmini e Gioberti scriverà uno dei suoi più importanti saggi giovanili (l'altro su Marx.).

Momento amarcord: su Bertrando Spaventa e la tesi della circolarità del pensiero europeo ho fatto il mio primo esame all'università col il prof. Alessandro Mazzone con una "tesina" che oggi sarebbe una laurea della triennale. Correva l'anno 1993. L'ho ripescata tra scartoffie varie, impressa su carta ormai un po' ingiallita con una stampante ad aghi!

 



Villa Stampa dove villeggiava Manzoni






Busto Rosmini


Collegio Rosmini


Vista dal collegio


Chiesa dove è sepolto Rosmini (anche Clemente Rebora!)



La tesina ingiallita!










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