Vladimiro Giacché, Finalità e soggettività. Forme del Finalismo nella Scienza della logica di Hegel, Genova, Pantograf, 1990, pp. 270
Dalla Nota introduttiva:
Questo libro propone un'interpretazione della Scienza della Iogica e mira al recupero di una sua dimensione importante quanto generalmente sottovalutata: il tentativo - che informa il complesso della "logica del concetto" - di elaborare gli strumenti teorici adatti ad una comprensione filosofica di tutte le strutture dotate di "soggettività", a partire dagli organismi viventi. Mettere in luce questo aspetto del capolavoro hegeliano ha conseguenze rilevanti, in primo luogo di ordine sistematico: da questo punto di vista mi sembra che i risultati della presente ricerca forniscano più di una argomentazione a chi rifiuta la lettura della relazione tra la Logica di Hegel e le parti successive del sistema secondo uno schema unilineare di pura e semplice, artificiosa proiezione di modelli logici su realtà non assimilabili. Nel corso del lavoro esamino tale rapporto in entrambe le sue direzioni: ossia cercando di vedere da un lato quali siano le specifiche assunzioni metafisiche (sia nel senso debole di 'presupposti teorici', sia in senso più specifico) che guidano le diverse trattazioni hegeliane della soggettività ed offrono lo sfondo del confronto di Hegel con le elaborazioni scientifiche e filosofiche dell'epoca, dall'altro in che modo le diverse forme di soggettività presenti nelle due ultime parti del sistema intervengano nella struttura della Scienza della logica e offrano dei modelli (ossia qualcosa di più che semplici esempi) per I'autoriferimento del concetto. In generale, I'introduzione nel percorso argomentativo della Logica di modelli esemplati sulla soggettività naturale e spirituale per un verso conferisce plausibilità ad alcuni passaggi cruciali dell'opera hegeliana; d'altro lato, un'indagine alla fonte di tali forme può offrirci un'utile chiave di lettura di difficoltà che finiscono col rendere insoddisfacente in più punti I'esposizione logica (emblematiche mi sembrano in tal senso le pagine dedicate nella Logica all' "idea del bene", la cui evidente debolezza affonda nella concezione della libertà che Hegel dispiega in tutta la sua articolazione nei Lineamenti di filosofia del diritto). Ma torniamo all'assunto di partenza: gli ultimi capitoli della Logica hegeliana devono essere letti come variazioni sul tema della "soggettività". La ricerca, condotta in base a tale ipotesi di lettura, segue due direttrici: da un lato è ripercorsa la progressione delle diverse forme di "soggettività" presentate a partire dal capitolo "teleologia" della Logica, individuando le caratteristiche principali di ciascuna di esse ed evidenziando di volta in volta risultati e limiti della trattazione hegeliana; al tempo stesso viene posto in rilievo come il concetto di "soggettività" sia strettamente imparentato con quello di "finalità" e come Hegel li adoperi in parallelo, facendo scaturire dal loro contrappunto una sorta di reciproco chiarimento ed approfondimento.
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