Nelle Catilinarie, Cicerone teorizza esplicitamente lo Stato di eccezione.
Pretende di considerare giuridicamente legittima la repressione politica diretta in deroga alla legge vigente - la cui applicazione rigorosa teme evidentemente, come traspare dalle sue orazioni -, fino all'assassinio, saltando le tutele legali esistenti.
Ciò in virtù della condizione di "latrones", ovvero di sovversivi (terroristi!), attribuita a Catilina e accoliti che li priverebbe dello status di cittadini, trasformandoli in individui non soggetti - e dunque nemmeno tutelati - dalla legge.
Cicerone cerca di legittimarsi affermando che era una pratica politica consolidata: cita i Gracchi, Saturnino e tutti coloro che avevano proposto leggi agrarie e variamente "popolari" e che furono "giustamente" assassinati anche da semplici privati cittadini.
I tortelli reazionari che teorizzano l'uso esplicito della violenza contro i subalterni come arma legittima in deroga alle stesse leggi che in condizioni normali permettono loro di mantenere il potere non sono un'invenzione dei tempi moderni...
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